Giorno della Memoria 2022

Giorno della memoria 27 gennaio 2022.

In occasione della celebrazione del Giorno della Memoria, il nostro Archivio di Stato propone alla riflessione del pubblico, fra la ricca documentazione archivistica di cui dispone alcuni importanti documenti appartenenti al fondo della Prefettura e della Questura. I primi due riguardano il celebre prefetto Giuseppe Avenanti, noto per il suo zelo di burocrate di regime.

Il primo è una nota del 2 settembre 1939, firmata dal prefetto e indirizzata, fra gli altri, anche al Provveditorato agli studi e alle organizzazioni di commercianti , industriali, professionisti e artisti: un energico richiamo volto a precludere “la benevola interpretazione delle leggi stesse nei confronti degli ebrei” e contestualmente l'impegno affinché, in quanto responsabili dei diversi settori sociali, gli enti si adoperassero “nei settori di propria competenza” a promuovere “attiva propaganda onde ottenere che i cittadini di razza italiana si astengano dall'intrattenere rapporti di qualsiasi genere con elementi ebrei e dal trattenere con essi rapporti commerciali”, con il fine di “favorire questo processo di lenta ma inesorabile separazione anche materiale” dei cittadini ebrei, da quelli di “razza italiana”.

Il timore di Avenanti che in ambito locale ci fossero dei ritardi nell'applicare le leggi razziali, si evince pure da una comunicazione del 3 aprile del 1940 avente come oggetto: politica razziale. Nel testo ricorre il richiamo alla “rigorosa applicazione delle leggi razziali onde assicurare il pieno conseguimento delle loro finalità che consistono nel separare quanto più è possibile gli italiani dall'esiguo numero di appartenenti alla razza ebraica”, applicazione per la quale “non possono e non devono sussistere ulteriori quanto ingiustificati indugi”.

Il terzo documento è di due mesi più tardi, il 18 giugno 1940; si tratta di una comunicazione dall'Amministrazione Centrale: la Direzione generale per la demografia e la razza, che con R.D. del 5 settembre 1938, n. 1531, aveva sostituito l'Ufficio centrale demografico, inviava una dettagliata disposizione ai prefetti del Regno inerente il divieto per i cittadini ebrei di lavorare, a qualsivoglia titolo, nel settore dello spettacolo “tale divieto deve intendersi a tutte le categorie interessate dello spettacolo e quindi devono ritenersi in esso compresi gli autori, i librettisti, i traduttori, i soggettisti, gli scenografi, gli attori di qualunque rango, i registi, le comparse, i componenti i cori, i direttori ed i componenti di orchestra , il corpo di ballo e chiunque altro eserciti la sua attività nel campo teatrale come tecnici, operai, personale di sala, di pulizia e di custodia”.